Qui potrete trovare alcune risposte alle domande che giungono più frequentemente al nostro ufficio. Se tra le risposte pubblicate non doveste trovare la soluzione al vostro caso contattateci.
Come faccio a rimuovere una zecca senza causare danni o infezioni alla pelle?
Per rimuovere una zecca, è molto importante non stringerla durante l’estrazione e tanto meno strapparla fuori dalla pelle del cane o di qualsiasi animale , compresi noi umani, questo per evitare qualsiasi rischio di espulsione dalla saliva della zecca. Poiché la saliva contiene diverse sostanze irritanti e microrganismi che possono causare malattie infettive o allergie. Il “volto” (la parte della zecca che è sotto la pelle) è completamente ricoperto di spine. Le spine permettono di “ancorarsi” sotto la pelle per poter succhiare il sangue , per tanto NON SI DEVE RIMUOVERE la zecca strappandola, perchè il ” volto ” resterebbe sotto cutaneo con tutte le sue spine , e questo porterebbe dolorose infiammazioni o infezioni . Il modo migliore per rimuovere una zecca è ruotarla , come quando si toglie una vite da una superficie con un cacciavite, così facendo le spine lasciano la presa , chiudendosi e questo permetterebbe l’estrazione (durante la rotazione), senza usare la forza la zecca fuori esce , completamente . Per fare questo, è consigliabile utilizzare un attrezzo come quello mostrato nel seguente video.
Regolamento Comunale per il Benessere Animale
Il regolamento è scaricabile direttamente dal sito istituzionale del Comune di Parma nella sezione Regolamenti oppure cliccando il seguente LINK
Ho appena adottato un criceto. Quali sono le cose da sapere?
Di seguito alcune pratiche guide con le cose da sapere sulle principali specie di criceti:
Ho smarrito il mio cane/gatto. Cosa faccio?
Per quanto riguarda lo smarrimento dei soli cani controllare prima di tutto nei Canili della zona. Inoltre, sia in caso di smarrimento di cani sia di gatti, posizionare cartelli (esenti da bollo) con descrizione dettagliata dell’animale nei luoghi di maggior passaggio (ricordarsi di rimuoverlo se la ricerca è andata a lieto fine). Inoltre, comunicare lo smarrimento al servizio gratuito offerto da RadioParma e ad altre emittenti locali. In ogni caso, comunicarlo all’ENPA che tiene registri aggiornati di ritrovamenti e smarrimenti di animali.
Ho trovato un piccolo uccellino in difficoltà. Come mi devo Comportare?
Fonte: LIPU Raccoglierlo o no? In primavera, durante una passeggiata nel bosco, ma anche nel giardino di casa, o sul marciapiede, può capitare a chiunque di trovare un nidiaceo (un piccolo di uccello). Il nostro istinto ci induce a raccoglierlo e portarlo a casa per “allevarlo”. Questo atteggiamento, peraltro lodevole in quanto dimostra sensibilità nei confronti della natura, non sempre si rivela corretto per la salute del nidiaceo. Gran parte dei nidiacei abbandona spontaneamente il nido (merli, passeri, civette.) quando ancora non è un perfetto volatore: questi animali non sono abbandonati, anzi sono accuditi dai genitori che li accompagnano nella graduale autonomia attraverso le “cure parentali” tipiche di ogni specie. Raccogliere uno di questi nidiacei significa strapparlo alle cure dei genitori, sicuramente più valide del più esperto e attento veterinario. Ricordando ancora che la detenzione e l’allevamento dei selvatici da parte dei privati è vietato dalla legge, anche penalmente, si ricorda che errate pratiche di soccorso e allevamento dei nidiacei possono determinare il fenomeno dell'”imprinting” sulla persona che li cresce facendone animali con una identità specifica deviata in modo irreversibile e non più in grado di affrontare una normale vita selvatica. Nei Centri di Recupero si adottano tecniche volte a limitare il contatto umano con tutti i degenti selvatici per scongiurare l’imprinting sull’uomo. Esistono due principali situazioni, che dobbiamo valutare:
- Nidiacei feriti o in reale stato di pericolo (se di piccola taglia minacciati da gatti o altri predatori, finiti in mezzo alla strada.): per sopravvivere hanno bisogno di cure da parte dell’uomo
- Nidiacei sani, anche se ancora incapaci di volare e non in pericolo: devono essere lasciati nel luogo di ritrovamento.
Spesso la fonte di pericolo può essere eliminata ad esempio trattenendo l’animale domestico (cane/gatto) in casa, oppure spostando il piccolo uccello di qualche metro dalla potenziale minaccia, in generale vigilare sul nidiaceo con discrezione e lasciarlo alla famiglia sarebbe la cosa ottimale. IMPORTANTE! GLI UCCELLI NON ABBANDONANO I PROPRI PULCINI SE TOCCATI DALLE PERSONE CHE TENTANO DI SPOSTARLI DA UN PERICOLO IMMINENTE.
Ho assistito al maltrattamento di un animale. Come devo agire?
Se il maltrattamento è in atto chiedere l’intervento immediato delle forze dell’ordine (il maltrattamento è un reato punibile ai sensi dell’art. 727 del Codice Penale). Se si è assistito a un maltrattamento o se ne ha notizia sporgere denuncia ai Carabinieri o ai Vigili Urbani o Procura della Repubblica. Oppure contattare l’ENPA allo 0521.992519 che offre anche consulenze in merito, attivandosi anche mediante le Guardie Zoofile.
Ho trovato un animale ferito. Cosa faccio?
PER ANIMALI DOMESTICI: Per legge il Comune ha l’obbligo di attivare il soccorso per animali domestici feriti o in difficoltà. Purtroppo ci sono ancora inadempienze da parte di molti Comuni. Il servizio è attivo 24 ore su 24 da: Comune di Parma, Comunità Montana Parma Ovest, Comune di Fidenza, Comune di Collecchio, Comune di Noceto. Qualora il Comune non adempisse ai suoi obblighi contattare la Guardia Medica Veterinaria (servizio privato a pagamento) tel. 0521/987830 e contattare successivamente l’ENPA. Se il soccorso non è di facile attuazione (animale in fondo a un dirupo, in un tombino, ecc.) si può contattare il Corpo dei Vigili del Fuoco, che hanno sempre mostrato grande attenzione e disponibilità. Per il Comune di Parma il soccorso agli animali feriti e il recupero dei vaganti risponde al numero 334/3634694 attivo h.24. Per gli altri Comuni contattare la Polizia Municipale o il Comune nel cui territorio vaga il cane. PER ANIMALI SELVATICI: Rescue Dogs: 338/6443131. Per attivare il loro soccorso contattare prima la Centrale Operativa Fidenza Soccorso 800.216181 o 0524/515111. Per soggetti feriti o in difficoltà, se di piccola taglia e di specie non pericolosa (es. ricci, pipistrelli, lepri, ecc.), contattare il Centro Parco dei Boschi di Carega: tel. 0521/833163 (da lun. a ven. dalle 16.30 alle 19.30) – 338/6817435 (tutti i giorni per urgenze). Per soggetti come sopra ma di specie pericolosa o ungulati (es. caprioli, tassi, volpi, faine, ecc.) contattare il Cras Matildico a San Polo d’ Enza: tel 339/4053723 oppure 347/1265587. Per rapaci e uccelli contattare il Parco dello Stirone: tel. 0524/574418 (sede parco) – 0524/581139 (centro visite) – 0524/588683 (tutti i giorni per urgenze). Per soggetti di fauna selvatica morti avvisare il servizio veterinario AUSL di competenza. L’ENPA resta sempre a disposizione per eventuali consigli.
SONO INCINTA! Sono negativa alla toxoplasmosi e ho dei gatti. Cosa devo fare? Devo allontanare i miei piccolini?
Spesso parlare di Toxoplasmosi genera un certo allarmismo. Dato che i felini sono i possibili eliminatori delle ovocisti del protozoo, si consiglia alle donne in gravidanza e negative ai test anticorpali, di allontanare da casa i propri gatti. Il responsabile della malattia è il Toxoplasma gondii, un protozoo che può infestare i gatti che si nutrono di carni crude o viscere di animali infetti. Il gatto che ha contratto l’infezione può iniziare ad eliminare con le feci le oocisti (questo avviene per un periodo che dura di solito 15 giorni). Queste “piccole uova” sono le responsabili della malattia nell’uomo, qualora vengano ingerite nelle 24-48 ore successive all’eliminazione con le feci. Gli animali erbivori si infestano perché trovano foraggi contaminati. Una volta entrato nell’organismo di bovini, suini, cavalli od ovini, si localizza nei muscoli scheletrici, nel cuore, nel cervello e forma delle cisti. Gran parte della popolazione umana contrae l’infezione cibandosi di carni crude o poco cotte e di verdure mal lavate. Sull’uomo adulto il potere patogeno del Toxoplasma gondii è piuttosto scarso (salvo per pazienti con problemi immunitari). Per questo motivo molte persone, spesso a propria insaputa, superano la malattia e possiedono anticorpi specifici così da risultare protette contro altre eventuali possibili contaminazioni. Nelle donne in stato di gravidanza emerge la necessità di sapere se possiedono già gli anticorpi anti-toxo oppure no. Se non sono protette ecco che iniziano gli allarmismi che vanno da lievi stati d’allerta accompagnati dalla giusta necessità di approfondire l’argomento per adottare le precauzioni del caso, a vere e proprie crisi di panico che spingono le famiglie a liberarsi dei gatti. Che fare allora se si è toxo negative e si aspetta un bebé? Non si devono mangiare carni crude o poco cotte ed insaccati freschi. Si devono lavare bene frutta e verdura qualora si desideri consumarle crude. Se in casa c’è un gatto lo si può sottoporre agli esami del sangue per valuare se sono presenti o meno gli anticorpi anti-toxo. Qualora i gatti vivvano solo in appartamento può essere sufficiente continuare a nutrirli con alimenti cotti o in scatola. Se invece gli animali escono è d’obbligo l’uso dei guanti durante la pulizia delle cassette igieniche (che andrà comunque effettuata tutti i giorni), lavarsi bene le mani dopo ogni “coccola” e non baciare il proprio gatto per tutta la durata della gravidanza.
Inverno: come aiutare gli uccellini.
Diffondiamo importante comunicato stampa dei nostri amici e colleghi dell’Enpa di Savona, sempre utile per aiutare gli uccellini in forte difficoltà a trovare il cibo necessario per sopravvivere a causa della recente nevicata, del freddo e delle conseguenti gelate: Per gli uccelli che frequentano i nostri giardini o i nostri balconi è utile lasciare una ciotolina di acqua tiepida e pulita e qualche leccornia sul davanzale o in altro luogo a prova di predatori come i gatti, che può essere provvidenziale per qualche piccolo volatile stremato e in difficoltà. Se avete spazio sui balconi, sul terrazzo o in giardino, possono essere installate mangiatoie per uccelli in modo da poter garantire loro un luogo sicuro dove trovare cibo in abbondanza, inserendovi i alimenti idonei, premurandovi sempre di posizionarle in un luogo non raggiungibile dai predatori. Però una volta installata la mangiatoia, dovrà essere rifornita sempre e comunque fino alla primavera: non bisogna mai interrompere bruscamente la somministrazione di cibo poiché i volatili perderebbero un punto di riferimento molto importante durante l’inverno. Anche una casetta per uccelli può essere loro utile per trovare un riparo e per passare la notte tranquilli; anche in questo caso però bisogna ricordarsi di posizionarla in un luogo a prova di predatori e non troppo esposta a traffico e via vai di persone, perché c’è il rischio che non venga mai abitata. L’ENPA sottolinea però che occorre scegliere attentamente i siti di somministrazione del cibo, per evitare di disturbare o danneggiare le altrui proprietà; in tal caso meglio non farlo da finestre e balconi e recarsi invece in giardini, parchi pubblici o addirittura ai margini o all’interno di campagne e boschi o lungo i torrenti. A coloro che obbiettano che bisogna lasciar fare alla natura, l’ENPA risponde di cominciare coerentemente ad applicare il concetto a se stessi. MENÙ PER GLI UCCELLI E’ opportuno distribuire una varietà di cibi per attirare specie differenti: • arachidi non salate; • semi di girasole e di zucca; • piccole granaglie, miglio, avena, canapa (magari infilate in una pallina di margarina); • fiocchi di cereali (corn flakes, muesli, ecc.); • croste di formaggio tagliate a cubetti; • carne cruda a pezzetti e ritagli di grasso (per gli uccelli insettivori), ma anche il cibo dei cani e gatti (sia umido che piccoli croccantini); • frutta fresca a pezzetti; • frutta secca sminuzzata, uvetta, pinoli, fichi secchi; • pastone per insettivori indicato per merli, cince, pettirossi, ecc. (si trova al supermercato e c’è sopra l’immagine di un merlo indiano solitamente). • pastone per granivori indicato per passeri fringuelli, tortore, ecc. (anche questo si trova al supermercato, di solito viene usato per canarini); • mangime per pappagalli o criceti che solitamente contiene molti semi; • panettone o altri dolci tipo plum-cake, molto nutrienti perché contengono farine, zucchero, burro, uvetta. DA EVITARE! Legumi crudi, latte e il classico PANE; infatti che gli uccelli selvatici hanno bisogno di alimenti decisamente calorici per sopravvivere, il pane invece una volta nel gozzo dell’uccellino richiama acqua per essere inumidito e digerito. Si forma così un blocco di “pane bagnato” che a sua volta richiama calore per raggiungere la temperatura corporea, e con questo freddo l’uccellino finisce per morire perché non riesce a scaldare il corpo e il pane freddo e umido.