E’ il nostro amore per gli animali che ci ha spinte sino all’altro capo del mondo, e a settimane di ricerche sul web che ci hanno portato all’associazione Enkosini Eco Experience (http://www.enkosini.org/), che si occupa di progetti di lavoro per la conservazione della fauna selvatica in Sud Africa, con la quale abbiamo preso contatti per intraprendere un’attività di volontariato presso un loro centro.
La nostra avventura di volontarie è iniziata lo scorso 22 aprile con l’arrivo al Bambelela Wildlife Sanctuary, un centro di riabilitazione della fauna situato nella regione del Waterberg in Sud Africa. Nei primi giorni di lavoro il senso di disorientamento ha fatto da padrone: abbiamo infatti riscontrato alcune difficoltà nell’adattarci alle abitudini e ai ritmi del centro, ma grazie alla disponibilità e alla simpatia dello staff e dei volontari ci siamo presto sentite come a casa.
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Il centro (http://www.bambelela.org.za/), fondato nel 2003, si occupa soprattutto della riabilitazione e reintroduzione in natura delle Vervet Monkey, cercopitechi molto intelligenti che attualmente rientrano tra le specie minacciate di estinzione (sono infatti vittime del processo di urbanizzazione e dall’incessante traffico illegale della fauna selvatica). Insieme al team abbiamo lavorato senza sosta per giorni con l’intento di restituire ad animali sofferti, e recuperati in situazioni di disagio, una seconda possibilità di vita; i lavori da fare infatti sono tanti, svariati, e vanno dalla semplice pulizia e manutenzione delle gabbie alla cura e interazione con i soggetti più delicati e malati: la riabilitazione, attuata con grande pazienza, compassione e dedizione, ha come fine ultimo la reintroduzione in natura dell’animale. La terra rossa, il cielo terso, la semplicità delle persone e i suoi splendidi animali hanno comunque reso meno difficile il nostro lavoro, rendendo l’esperienza in Africa semplicemente unica. Anche se l’attenzione del centro è rivolta soprattutto ai cercopitechi abbiamo avuto la fortuna di interagire anche con zebre, kudu, giraffe, facoceri, babbuini, istrici, manguste e cuccioli di leone, giunti al Santuario in condizioni disperate, ma fortunatamente sopravvissuti. La convivenza con animali così diversi, rispetto a quelli presenti nel nostro territorio, ci ha regalato fortissime emozioni e ci ha permesso di apprendere tantissimo anche sul lavoro importante dei volontari che lottano quotidianamente per preservare questo immenso e spettacolare patrimonio che la natura ci ha regalato.