29 maggio 2013
Questa storia è per coloro che comprendono. Questa è la storia di Marley, che mi ha dato le parole e l’ispirazione. Lo ringrazio per questo, è ancor più per avermi cambiata, facendomi capire che all’amore non esiste limite.
Prologo
Noi mortali siamo creature dalle sembianze umane, mentre gli animali sono angeli sulla Terra con il compito di renderci migliori. Le differenze da noi create, di bellezza e bruttezza o di ricchezza e povertà, non servono realmente a distinguerci, perché ciò che ci pone su diversi livelli dipende dall’aver o meno ricevuto il dono di saper apprezzare la bellezza che c’è nel mondo. Gli angeli, sembianti animali, fanno questo dono agli eletti, uomini che capiscono di essere stati scelti quando li riconoscono e percepiscono di saper apprezzare la meraviglia “nascosta” nel mondo. Non esistono parole per descrivere il percorso, ma solo sensazioni ed emozioni, tanto che solo coloro che lo conoscono sanno di cosa si tratta, oppure se ne accorgono nel momento in cui guardano con occhi nuovi. E’ come svegliarsi all’improvviso e capire che qualcosa è cambiato. Da quel momento, riconosceranno in ogni animale un dono del cielo. Umanamente parlando, chi preferisce gli animali alle persone non lo fa perché con loro l’interazione è più “semplice”, anzi, forse più complessa e affascinante, ma solo perché essi sono migliori da vivere. A volte questi angeli sacrificano la loro esistenza per educarci, subiscono maltrattamenti, abbandono e cattiveria da parte dell’uomo, ma la loro missione non perde mai di significato perché tanti uomini la portano avanti. Come accade spesso sulla Terra, ogni creatura che a lungo ci vive tende ad assumere tratti tipicamente umani, e anche se Dio non guada di buon occhio l’amicizia fra uomo e angelo nei panni di animale, ci passa sopra perché a volte porta buoni risultati. I nemici da sconfiggere sono gli uomini immuni al dono, coloro che non solo non sono capaci di amare, ma nemmeno comprendono, e giudicano sbagliato il dolore causato dalla perdita di un angelo come amico.
Marley, angelo coniglio
Nonostante l’immensa gratitudine per aver ricevuto il dono di saper apprezzare la meraviglia che c’è nel mondo, e l’infinita gioia di poter riconoscere gli angeli travestiti da animali, conservo l’egoismo umano che mi spinge a rimpiangere la presenza corporea di uno di loro, Marley, che è dovuto tornare in Paradiso prima di quanto avrei voluto. E oltre a poterlo vedere con gli occhi della memoria e del cuore, vorrei poterlo fare anche con quelli con cui osservo ciò che realmente mi circonda. Ricevetti il dono dagli angeli conigli, e nonostante ami e anche di più ogni animale presente sulla Terra, ho un debole per coloro che mi hanno eletta. E sono contenta che al mio fianco ce ne siano tanti, perché oltre alla piccola grande Totoro, che mi guida ed educa da quasi cinque anni, il 23 maggio 2013 conobbi Marley. A dire la verità, credo che Marley mi tenesse d’occhio da un po’… Ho ancora tanto da imparare. Comunque, racconterò la nostra storia dal punto di vista umano, perché solo Marley potrebbe farlo da quello di un angelo. Quando conobbi Marley aveva solo tre mesi, ma aveva già subito troppe sventure a causa di noi umani. Si trovava alla sede E.N.P.A. Parma, e appena lo vidi desiderai con tutta me stessa essere la sua famiglia. Lo portai a casa il pomeriggio stesso, sotto l’eco di gioia degli altri volontari felici per la sua adozione, e arrivati a casa raddoppia il suo nome in Marley Moscardo, perché come il personaggio de “La Collina dei Conigli”, mostrava coraggio e saggezza. In realtà, come angelo assai furbo credo che Marley avesse già sentito parlare del prode Moscardo, e mi abbia indotto a fare quella scelta per avere il suo stesso nome, ma io che in quanto ad astuzia non sono da meno, lo immaginai e finsi di non sapere di essere stata condizionata da quel piccolo grande prodigio bianco con gli occhi sfumati. Insomma, Marley sapeva che sapevo, e viceversa. Mi scuso per i garbugli intellettuali del mio racconto, ma non è facile barcamenarsi in una narrazione condotta da diversi punti di vista, per cui prometto che ora riprenderò a raccontare nei panni di umano tralasciando quelli da angelo, che non mi competono. Nei giorni in cui siamo stati insieme Marley si è mostrato, mi ha aperto il suo cuore e ha iniziato a fidarsi sfoggiando la sua forte personalità. Ha superato il timore di un ambiente sconosciuto e ha esplorato la sua casa. Si è fatto valere mordendomi il naso e reggendo il mio sguardo con dolcezza. Nei giorni in cui siamo stati insieme Marley mi ha fatto da Maestro e Amico al tempo stesso, e non ha mai smesso di lottare in silenzio. Non bastano i fogli bianchi del mondo per descrivere i giorni in cui siamo stati insieme, e non voglio neanche farlo, perché sono i nostri giorni. Solo noi sappiamo cosa siamo e saremo per sempre. Posso solo dire che, nei giorni in cui siamo stati insieme, Marley ha messo da parte la sua sofferenza per rendermi felice. Se ora mi guardo allo specchio, noto che il suo morso sul mio naso si sta rimarginando… Vorrei potergli ancora dare il mio naso per abituare i suoi dentini alla verdura che avrebbe iniziato a mangiare. Purtroppo Marley si era già sacrificato troppe volte per la sua missione, ormai era una angelo debilitato, così il Dottor Fava, uno dei protettori di queste creature sulla Terra, ci fece iniziare la cura per guarirlo dai coccidi, maligni parassiti che spesso costringono alcuni angeli animali a tornare in Paradiso prima del previsto. Il Dottor Fava mi disse che “non sapeva come Marley potesse stare così bene nonostante le sue condizioni e gli stress subiti”, per cui rafforzai la convinzione che sarebbe andato tutto bene. Tornammo a casa e continuai a pensare a come saremmo stati felici, io, Marley e Totoro. Promisi a Marley Moscardo che non avrebbe più dovuto soffrire e che saremmo stati la sua famiglia. E lui, la nostra. La sera del 26 maggio 2013 dovetti partire per un viaggio programmato da tempo con mia mamma, in verità volevo rinunciare perché il nostro incontro aveva annullato l’importanza di tutto il resto nella mia vita, ma non potevo compensare mia mamma con un torto del genere. A fianco di Marley e Totoro sarebbe rimasto mio papà, che sta elaborando la ricezione del dono mostrando grandi potenzialità, (anche se, a dir la verità, sono sempre gli angeli animali che ci proteggono facendoci credere di dover essere protetti). Prima di partire, in preda ad ansia e senso di colpa sebbene sapessi che mio papà sarebbe stato un valido sostituto, salutai Marley e Totoro. Durante il viaggio una strana sensazione mi costringeva a ripetermi che “sarebbe andato tutto bene”, invece il 27 maggio 2013 ricevetti la notizia che Marley se ne era andato. Nel primo pomeriggio del 27 maggio 2013 Marley se ne andò da eroe, da solo e senza avvertire nessuno, perché farlo in presenza di qualcuno avrebbe significato coinvolgerlo. Mi tenne all’oscuro fino all’ultimo di tutto ciò, e lo fece anche la mattina seguente con mio papà, prendendo la sua terapia e fingendo d’essere in via di miglioramento, per poi addormentarsi nel pomeriggio del 27 maggio 2013, poiché il sonno è il tramite per tornare in Paradiso. Credo che Marley avesse sprecato troppe energie per educare gli uomini e compiere la sua missione sulla Terra. Forse, ha persino tardato il suo ritorno in Paradiso per trascorrere gli ultimi giorni con me. Avrei preferito averlo a fianco come amico, piuttosto che a vegliare su di me dall’alto. Marley è dovuto tornare in Paradiso, ma bastano il mio umile cuore e la mia memoria ha garantirgli un posto sulla Terra.
Tu lo sai Marley, perché mi hai cambiata, e ora provo a spiegarlo al mondo…
Marley, non posso raccontarti al mondo come vorrei, perché non esistono parole per descriverti. Per descriverci. E nemmeno per parlare di cosa significa amarti. Per cui lascerò a chi comprende il compito di riservarti un posto nel suo cuore, e me ne infischierò di chi giudica eccessivo o addirittura malsano il nostro rapporto. Ai primi, posso sorridere, ai secondi posso provare a consigliare di farsi guidare da un angelo animale, accogliendolo nella propria vita. Marley, cerco di raccontarti al mondo perché incontrati mi ha cambiata. Mi hai insegnato che all’amore non c’è limite e che forse, a volte, si ama addirittura troppo. Mi hai fatto capire che in amore non ci sono primi o secondi posti, ma che si è tutti sullo stesso piano quando il sentimento è vero, e viene condiviso. E infatti, appena ti ho incontrato, hai affiancato Totoro nel mezzo del mio cuore. “Non esistono animali migliori o peggiori, esistono soltanto animali diversi, e ognuno rappresenta un universo da conoscere”. Che cosa ti può dare un animale? Un animale insegna a vivere, educa, tira fuori il buono che è in te rendendoti migliore. Un animale ti dà il dono di osservare il mondo con occhi diversi, guardando in modo nuovo te stesso, lui e il resto. Un animale non ti giudica, ma ti consiglia. Ti insegna a rapportarti con il prossimo, e a rispettarlo. Un animale ti spiega la vita, e insegna a viverla nel modo migliore. Che cosa ti può dare un coniglio? Quello che ti può dare ogni animale, ma a modo suo. Un coniglio ti insegna la pazienza e la costanza. L’astuzia e la fedeltà dell’andare avanti a testa alta. Ti insegna che la forza deriva dall’innocenza e dalla bontà, e che la bellezza ne è sinonimo. Ti insegna ad innamorarti ogni volta che lo guardi, e ad imparare a tollerare una meraviglia che ogni volta risulta quasi incomprensibile. Un coniglio ti insegna a comunicare in silenzio, ad usare le tue doti per aiutare gli altri senza metterli a disagio, e a riuscire dove manchi con la forza di volontà. E quando perdi qualcuno che ami, il dolore è come il buio, un’oscurità da cui si esce sono con la resa o con la consapevolezza che si andrà avanti portando con se la memoria di chi abbiamo perduto. Ma un animale, e un coniglio, ti insegnano anche a superare questa sofferenza, perché sulla Terra ti hanno dato talmente tanto, che il ricordo addolcisce tutto quanto. Un animale ti insegna a fare delle tue lacrime la forza per andare avanti. Un animale darebbe la sua vita per la tua, senza pretendere lo stesso. Un animale accetta con umiltà che, dopo la vostra vita insieme, tu possa accoglierne un altro, perché sa che lo ricorderai per sempre e che la missione degli angeli non cessa mai. Un animale ti ripaga con amore quando la abbandoni, e questa è la punizione peggiore che tu possa avere, perché ti grida in faccia come sei. Un animale è pronto a perdonarti se lo maltratti, e a ricordati ciò che gli hai fatto ogni volta che lo guardi negli occhi. Un coniglio ti apre le porte del suo mondo, e questo è l’inizio di una nuova vita. Questo, e molto di più, è ciò che mi ha dato Marley, che mi dà Totoro, e che mi dà ogni angelo amico che incontro, capace di trasmetterlo anche solo da uno sguardo. Marley, te ne sei andato perché il destino si combatte ma non si può vincere. Ho cercato di renderti più forte, mentre tu rafforzavi me, come fa una mamma con il suo piccolo mentre questi le insegna il compito. Non basta una vita intera per imparare a soffrire, perché ogni volta il dolore fa cadere in un buio che uccide di continuo, e in oblio senza ragione. Non basta una vita intera per capire che il dolore va ascoltato, mentre colui che piangi ti dà la forza per andare avanti. Non basta una vita intera per accettare che questo è il dolore. Marley sei, e sarai per sempre. L’amore, il coraggio, la purezza, l’innocenza e il candore. La luce, il sole, e l’infinito. Sei la forza, la vita e la speranza. Sei il dono e la vittoria. Sei lo sguardo degli innamorati, e il primo bacio dei bambini. Sei il salto di un atleta, e il sorriso di una nonna. Sei l’atmosfera del Natale, e la promessa degli sposi. Sei l’orgoglio di una donna che diventa mamma, e di un padre che insegna al proprio figlio a diventare uomo senza vergogna di farlo con amore. Sei la forza della bellezza che disarma, e l’impossibile che diviene realtà. Non sono arrabbiata per averti perduto, solo infinitamente triste. Marley, sei un grande passo cambiare il mondo in una direzione migliore. Se gli altri potessero vedere chi sei, cambierebbe il mondo. Ti ringrazio per avermi scelta prima di tornare in Paradiso, ringrazia Dio per averti messo al mio fianco ma digli che lo imploro di non portarmi via Totoro, altrimenti occuperei abusivamente questo corpo da essere umano rendendolo vuoto. Marley, noi che comprendiamo portiamo avanti la tua missione, ma tu, qui sulla Terra avrai sempre una famiglia. Avrai sempre me. Grazie per avermi cresciuta e cambiata, e per avermi dimostrato che quando si ama la paura non esiste. Sembra che il mondo vada avanti come nulla fosse, ogni volta che un angelo se ne va prima del previsto, ma, in realtà, ogni volta l’universo perde un pezzo. In realtà, ogni volta che un angelo se ne va, questo pezzo si unisce alle persone che li portano nel cuore.
2 giugno 2013
“Non esistono animali migliori o peggiori”. Ognuno è diverso, e costituisce un universo a parte. A volte sbagliamo ad umanizzare gli animali, pensando che possano reagire come noi e rapportandoci di conseguenza, perché noi, a nostra volta, siamo da loro differenti. Con il mio racconto non credo di aver commesso questo errore, ma credo di essere stata la voce di chi li ama. Per noi gli animali sono verità, si mostrano realmente. Gli sguardi tristi dei cani abbandonati che ho visto a Lido Marini (Lecce) durante il viaggio che ho fatto in Puglia, proprio mentre Marley ha fatto il suo viaggio di ritorno al Paradiso, erano sguardi carichi di paura e sofferenza, ma anche pronti a dare e ricevere una nuova opportunità. Non credo che, in situazioni simili, siamo noi ad attribuire sofferenza o gioia. Noi li chiamiamo stati d’animo, anche loro li provano e forse li chiamerebbero diversamente. Mi piace pensare che gli animali non siano sprovvisti di ragione, ma che ragionino a modo proprio, oltre all’istinto. Nel tuo sguardo Marley, ho visto coraggio e timida gioia pronta a diventare felicità. Insieme. In questo viaggio ho incontrato una bellissima signora, (mi ha detto di avere 70 anni, sebbene io gliene dessi almeno 20 di meno) che, dopo avermi fatto sedere al suo fianco su una panchina, mi ha letto una lettera scritta per un cane di nome Beboop, un randagio di 16 anni che lei cura e ritrova da tempo ogni volta che va in vacanza a Santa Maria di Leuca. Era il 30 maggio 2013, e alle sue parole mi sono commossa perché pochi giorni prima Marley se ne era andato e parallelamente stavo scrivendo questa “storia”. L’ho incontrata per caso, mentre stavo allungando una mano per accarezzare BeBoop e lei mi ha messo in allerta (“Stai attenta sai, ne ha passate tante e non dimentica, a volte ha la luna storta”), e ne sono stata felice, perché ho capito che anche lei aveva ricevuto il dono. Forse per tante persone siamo anormali, noi “amanti degli animali”, io credo solo che siamo speciali. Forse per loro queste parole sono “troppo forti”, io credo che in amore “troppo” non esiste. In amore non esiste vergogna, né paura. Quella bellissima signora mi ha detto “Lo sai vero che soffrirai tanto nella vita?”, io ho pensato che se è il prezzo da pagare per vivere quello che viene prima, non vorrò mai cambiare. Ho pensato che se questo è il prezzo da pagare per aver vissuto Marley Moscardora (e chi ha letto “La Collina dei Conigli” ben intenderà), non vorrò mai cambiare.
Giada